Arcobaleni nel cielo della Papua Nuova Guinea

Arcobaleni nel cielo della Papua Nuova Guinea

Articolo tratto da una lettera di missionari che servono il Signore in Papua Nuova Guinea dal 1990, svolgendo un lavoro di evangelizzazione e di assistenza medico ospedaliera.

25 Marzo 2018

C’è qualcosa di speciale nell’arcobaleno. Non è solo per la sua naturale bellezza artistica, non è solamente perché ricorda la fedele promessa di Dio di non distruggere mai più la terra con un diluvio ma anche per la speranza che trasmette circa le promesse di Dio dopo che una difficoltà finisce. Abbiamo appena avuto delle forti piogge: il cielo si è aperto ed ha riversato secchi d’acqua, accompagnati da tuoni fragorosi e fulmini lampeggianti; dei venti impetuosi hanno scosso gli alberi e tutti, uomini e animali, sono corsi al riparo mentre Dio ha fatto conoscere la forza della natura che ha creato. Ora sono seduta, nel silenzio che segue la tempesta. È qualcosa di grande, ma ciò che è meraviglioso è lo stupendo arcobaleno che in questo momento decora il cielo coi suoi colori radiosi. È stata una settimana tempestosa, non solo per il clima. Siamo stati sballottati e le situazione difficili sono arrivate “a secchiate”, ma le benedizioni erano già pronte e serbate per noi come un tesoro. Questa settimana in ospedale è stata la più difficile, sul piano strettamente clinico, che io possa ricordare:

  • Lunedì abbiamo quasi perso un bambino di tre anni, Jack, che è arrivato digiuno, con una coscia lacerata che perdeva sangue da circa quattro ore. Mentre lo medicavo e gli mettevo i punti ha cominciato ad avere le convulsioni e poi una crisi epilettica. Sua madre è andata in panico ed è diventata isterica fino a che non è svenuta. Mentre lo curavamo sono subentrati problemi di respirazione. Che tempesta! Ma grazie a Dio avevamo le medicine e le attrezzature necessarie. L’abbiamo dimesso la mattina seguente e la sua situazione era stabile! Che arcobaleno!
  • In un solo giorno ho visitato quattro nuovi casi di cancro. Per tutti questi casi non avevo medicine per poterli aiutare ma avevamo la Parola di Dio che è come un balsamo per alleviare i cuori sofferenti e avevamo farmaci per alleviare il dolore. Una di queste quattro persone, una giovane ragazza, non era pronta ad accettare il Signore ma ha accolto il mio invito alla scuola domenicale. La lezione di questa settimana era sulla pace nel cuore! Arcobaleno!
  • Ho avuto tanti casi di malaria. I pazienti in sala d’attesa tremavano così violentemente che non riuscivano a stare seduti. Un ragazzo aveva gli occhi così gialli che quasi brillavano nella stanza. Grazie a Dio avevamo le medicine necessarie per impedire alla malattia di arrivare al cervello e causare la loro morte. Arcobaleno!
  • Accogliamo tante donne con gravidanze indesiderate: la nostra speranza e preghiera è che vedere ed udire il battito del cuore dei preziosi doni che hanno in grembo le faccia innamorare di loro. Poi preghiamo con loro e per loro e se ne vanno. Una donna invece, sterile da quattordici anni, è rimasta così scioccata alla notizia di essere incinta che è tornata il giorno seguente insieme al marito per assicurarsi che non stavano sognando. Che arcobaleno!
  • Oltre a ciò, tanti infortuni e feriti… ad uno di questi, un ragazzo di venticinque anni, che conosciamo da tempo, abbiamo potuto spiegare con chiarezza il messaggio del vangelo durante una visita a domicilio, qualche giorno dopo essere stato in ospedale. Arcobaleno!!

Ogni giorno sono rientrata in casa con il cuore gonfio, pesante ed angosciato ma anche pieno di stupore e gratitudine, perché la maggior parte delle persone hanno ricevuto le medicine di cui avevano bisogno, tutte hanno ricevuto la Parola del Signore accompagnata da preghiere di intercessione presso il trono della Grazia. Quasi tutte sono ripartite con un grande sorriso di apprezzamento. Infine, sabato sera io e Bill dovevamo uscire per un appuntamento ma degli imprevisti ci hanno fatto ritardare: Dio ci ha fatto ritardare! Fortemente infastiditi e disturbati abbiamo sentito bussare alla porta di casa. Abbiamo aperto e c’era Steve, un uomo che frequenta le riunioni della nostra chiesa da qualche tempo, che ci dice, con le lacrime agli occhi, di aver bisogno di essere salvato. Quella sera stessa ha accettato Gesù nel suo cuore. Che arcobaleno!

1360 chilometri

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